giovedì 19 gennaio 2017

Ore d'Orrore III - Mostri (parte 3)

Ben ritrovati, miei piccoli putridi esserini. Come ve la passate? Ieri sera io e Vulnavia, la mia bella assistente, saremmo dovuti andare a cena da un mio collega, il dottor Lecter, ma abbiamo preferito disdire quando abbiamo saputo in che cosa sarebbe consistito il menù... La mia assistente deve assistermi, non può mica essere la portata principale, non credete anche voi?
Avete visto quelle luci? Meglio allora che volgiate gli occhi a contemplare l'infinito, prima di venire rapiti... 


Ore d’Orrore
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Mostri... Sono l'uomo per lei.” (da X-Files) 

Tipo VI: Criptoforme
A questa categoria appartengono i criptidi, esseri o animali la cui credenza è sostenuta da leggende e racconti, ma della cui effettiva esistenza non si hanno prove scientifiche. Ne esistono numerosissimi esempi.
Il chupacabras è associato con le apparizioni di un presunto animale sconosciuto a Puerto Rico, Messico e Stati Uniti. Il nome deriva dal fatto che succhierebbe il sangue di capre e altri animali domestici e infliggerebbe loro particolari mutilazioni. Viene descritto dai presunti testimoni come un animale piuttosto pesante, della taglia di un piccolo orso, con una fila di aculei dalla testa alla base della coda.
Il sasquatch o bigfoot è una leggendaria creatura scimmiesca che vivrebbe nelle foreste dell'America Settentrionale. Il suo nome (piedone) è dovuto al ritrovamento di orme di piedi anomale. Qualcuno ipotizza che il sasquatch e un altro criptide, lo yeti (noto anche come l'abominevole uomo delle nevi), siano discendenti del Gigantopithecus, un primate estinto un milione di anni fa.
Il mostro di Loch Ness (conosciuto anche come Nessie) è una leggendaria creatura che vivrebbe nel lago Ness in Scozia. Chi crede nella sua esistenza ipotizza trattarsi di un esemplare di plesiosauro o di elasmosauro, sopravvissuto all'estinzione.
L'uomo-falena (mothman) è il nome con cui viene chiamata una misteriosa creatura che sarebbe stata ripetutamente avvistata nelle cittadine americane di Charleston e Point Pleasant fra il novembre del '66 e il dicembre del '67. I presunti testimoni lo descrissero come una specie di essere umano alto più di due metri, dagli occhi rossi rifrangenti, dotato di ali e di una velocità eccezionale.


Tipo VII: Esoforme
A questa categoria appartengono quegli esseri la cui forma è completamente diversa da ogni cosa nota sulla Terra, ovvero alieni o extraterrestri.
È degno di nota il fatto che nella maggior parte degli incontri ravvicinati con supposte entità extraterrestri, la maggior parte dei testimoni racconti le medesime cose. L’aspetto degli alieni viene frequentemente descritto come quello di esseri con grandi occhi neri di forma ovale, pelle grigia, testa grande, naso appena abbozzato, niente labbra. Molti scienziati sostengono però che ci siano pochissime probabilità che una forma di vita aliena possa somigliare anche solo minimamente a noi, considerate tutte le possibili variabili che potrebbero differenziare una specie di un altro pianeta.
Una prima ipotesi è che questo aspetto sia dovuto all’immaginario collettivo letterario, televisivo e cinematografico, un cliché in cui cade inevitabilmente chi assiste a questi fenomeni. Lo psicologo Frederick Malmstrom suggerisce invece che sia la reminiscenza ancestrale di un volto femminile come rimane fissato nel cervello di un bimbo appena nato. Malmstrom ha preso l'immagine di una donna e l'ha distorta secondo la visione caratteristica di un neonato (una vista fortemente astigmatica con un piano focale poco profondo): il risultato è stato molto simile all'immagine classica dell’alieno.

Rapimento da Parte degli Alieni
L'ipotesi maggiormente avanzata è la paralisi ipnagogica, un disturbo del sonno in cui il soggetto si trova per un breve periodo di tempo impossibilitato a muoversi. Spesso è accompagnata da allucinazioni ipnagogiche, esperienze sensoriali che rendono difficoltoso riconoscere l'illusione dalla realtà, e che alle volte danno luogo a un'esperienza terrificante, come credere di venire attaccati da creature malefiche.
Un'altra ipotesi è quella di disturbi localizzati nel lobo temporale: si è osservato che la stimolazione elettrica della sua superficie è in grado di produrre sensazioni auditive insolite, che includono l'impressione di una “presenza”, oltre che disorientamento e paura. Molti malati di epilessia con crisi che coinvolgono il lobo temporale riportano prima, durante e dopo l'attacco, esperienze mistiche, buchi temporali, sensazioni fisiche e anche strani odori o “atmosfere”. In molti casi di epilessia si verificano semplicemente brevi intervalli di coscienza con esperienze simili.
La spiegazione più semplice è che l'esperienza del rapimento sia in realtà riconducibile a un vissuto traumatico del soggetto, che dopo essere stato rimosso riemergerebbe in forma dissociativa e allucinatoria. Si ipotizza per esempio che le sensazioni legate al trauma della nascita possano essere la base per costruire la storia di un rapimento alieno.
La malattia mentale conclamata è invece una delle spiegazioni meno probabili: una ricerca ha dimostrato che la casistica dei presunti addotti rientra nella media della popolazione; piuttosto si è rilevata una tendenza maggiore della norma alla fantasia, alle allucinazioni, alla dissociazione e alla credenza nel paranormale. Uno studio ha analizzato le distorsioni della memoria nelle persone che affermano di essere state vittime di rapimenti alieni. Ai partecipanti sono stati letti diversi elenchi di parole, ognuno dei quali collegato a un tema, poi hanno eseguito un test di ricordo e riconoscimento. I risultati hanno dimostrato che i presunti rapiti sono stati in grado di ricordare e riconoscere le parole allo stesso modo degli altri, ma tendevano a mostrare un più alto tasso di ricordo e riconoscimento per parole che non erano mai state lette nella fase iniziale del test: questo fa pensare che siano più propensi a confondere le fonti dei ricordi, magari attingendo dai media o direttamente dalle proprie fantasie.

Psicanalisi
Secondo Carl Jung i dischi volanti non sarebbero altro che simboli che l’inconscio fa emergere durante esperienze di sogno o visione. Il rotundum (un cerchio o una sfera) è un archetipo, ovvero un prodotto delle esperienze del mondo compiute dalla razza umana, che ogni cultura ha sempre identificato come segno di totalità, compiutezza e perfezione. Il cerchio è un'immagine rassicurante (assenza di spigoli), ma al contempo rimanda all’infinito (è formato da infiniti lati, i punti della circonferenza), rendendolo trascendentale. Jung riduceva quindi il fenomeno a proiezioni automatiche involontarie fondate sull’inconscio collettivo, la base ereditaria dell’intera struttura della personalità, su cui si costituiscono l’Io, l’inconscio, tutte le acquisizioni individuali e tutto ciò che si impara dall’esperienza personale, e che esercita un’azione direttiva o selettiva sul comportamento dell’individuo.
Ma c'è anche chi ha paura: l'alieno (dal latino alienus, cioè "estraneo") spaventa perché è un diverso, è una xenofobia portata al massimo livello, dove l'individuo sente minacciata la propria intera specie, perché ne vede messo totalmente in discussione il suo sistema di riferimenti.

Alieni e UFO hanno quindi una fortissima valenza simbolica. Da una parte l'alieno, come ogni mostro, è metafora dell'alterità e della differenza culturale, ma dall'altra è un qualcosa di misterioso, suggestivo, che porta verso realtà sconosciute, verso quella conoscenza difficile da afferrare, ma che in realtà è già insita in noi. Una presenza sfuggente e misteriosa, che appare e scompare, ci esamina e si fa esaminare, incuriosisce, rimanda a un lontano oltrespazio che in realtà è più vicino di quanto pensiamo. Non è che una risposta alla fondamentale domanda: "chi siamo noi?" Conoscendo così poco di noi stessi e dell'universo, proiettiamo verso l'infinito questo bisogno di conoscenza: l'alieno diviene quindi simbolo di un principio superiore, che può offrire guida e saggezza, ma può anche spaventare. Perciò le caratteristiche e le qualità che attribuiamo agli extraterrestri forse fanno parte di una nostra natura ancora del tutto inesplorata e inespressa. Allora l'alieno in realtà è dentro di noi, generato dal nostro stesso inconscio.

E per oggi è tutto, cari nosferatu. L'appuntamento è a fra quattro giorni con l'ultima delle otto categorie. Sempre, ovviamente, che non facciate incontri ravvicinati di qualche tipo...

10 commenti:

  1. Un altro post ben fatto e interessante. Ho visto però che rimane fuori ancora un solo tipo. Dobbiamo forse aspettarci un finale con effetti speciali?

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    1. Non saprei esattamente come definirlo, in effetti... Per adesso diciamo che l'ottava categoria è molto diversa dalle altre.

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  2. Molto interessante questo tuo post, per una seguace di X-files dalle primissima puntata come me è stato bello leggere gli approfondimenti sugli alieni. Anche le altre figure mitologiche del tipo VI mi sono note (grazie ad alcuni film che ho anche apprezzato).

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    1. X-Files (assieme a Twin Peaks) è forse stato il più grande telefilm degli anni '90. Devo dire che però a me piacevano di più gli episodi a sfondo paranormale che quelli legati agli alieni, la cui mitologia, col passare delle stagioni, si era fatta sempre più confusa e contraddittoria.

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  3. Mah... ho sempre pensato che i rapimenti alieni fossero bufale create ad arte per attirare attenzione e di conseguenza successo e quindi denaro facile. Non avrei mai pensato fosse necessario scomodare la scienza. E ancora non lo penso, se devo dirla tutta.

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    1. Io personalmente non ci credo. Potrei anche solo fare riferimento al paradosso di Fermi e all'equazione di Drake di cui ho già parlato in passato. Però bisogna distinguere tra chi coscientemente crea delle bufale (per tornaconto personale) e chi si è convinto di certi fenomeni e di avervi partecipato. Nel primo caso basta ricorrere all'intelligenza, nel secondo un approccio scientifico è interessante perché permette di capire molto (non degli alieni, ma di noi stessi).
      Come raccontavo nel precedente speciale dedicato ai fantasmi, la spiegazione più semplice di questi fenomeni è l'autosuggestione.

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  4. Da bambina ero molto, molto suggestionata circa l'esistenza di babbo natale, ma non ho mai visto una slitta volare nel cielo.

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    1. Dici che potrebbe essere un alieno, a bordo della sua astronave? Mica male come teoria, spiegherebbe un sacco di cose... :D

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    2. :-)

      Dico che è così stancante avere la razionalità sempre impostata su on che a volte, spegnere tutto e vedere dove portano i sogni e la fantasia non è male. La chiamo l'irrazionale voglia di credere anche all'impossibile.

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    3. Per questo mi piace leggere e scrivere storie fantastiche, perché in esse può succedere di tutto! E alle volte sono più colorate della vita reale, così tanto razionale. :)

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